Un successo storico. Tiger Woods vince lo Zozo Championship e raggiunge Sam Snead: in Giappone è arrivato l’82/o trionfo in carriera sul PGA Tour per il campione Usa, che ha eguagliato il primato fissato nel 1965 da Snead. «Sono onorato – le parole di Woods -, ho attraversato momenti difficili stando lontano dal campo per diverso tempo. Non è stato facile ma adesso posso dire di essere orgoglioso di aver raggiunto Snead. Un grazie ai miei genitori e a tutte quelle persone che hanno contribuito a rendere tutto questo possibile». Nel Sol Levante Tiger, al debutto stagionale sul massimo circuito americano, ha festeggiato l’ennesima impresa al rientro sul green due mesi dopo la quinta operazione al ginocchio. ‘The Big Cat’ è tornato a ruggire salendo dal 10/o al 6/o posto nella classifica mondiale. E ora il fuoriclasse a stelle e strisce punta di nuovo la vetta. Woods ha incontrato Snead per la prima volta all’età di 6 anni, con lui giocò due buche in un match-divertimento. «Se la magia di questo bimbo non si esaurisce – l’incoronazione di Snead dopo averlo visto in azione – diventerà il più grande giocatore di sempre». Era il 1981 e dopo 38 anni Woods è riuscito ad emulare le sue gesta. «Ricordo tutto – le parole di Woods – di quell’incontro. Prima ho spedito la palla in acqua e raccolto solo un bogey, mentre la seconda buca la giocai alla pari».

È durato 54 anni il primato di Snead che resisteva dal 1965 e quindi dall’ultimo acuto nel Greater Greensboro Open. All’epoca Snead aveva 52 anni mentre Woods ha firmato l’impresa in Giappone a 43. È un sigillo che vale doppio per il campione californiano che, alla 359/a apparizione sul PGA Tour, ha stupito ancora. Un trionfo inimmaginabile dieci anni fa quando le vicende extra green colpirono l’americano al punto da renderlo irriconoscibile. Il matrimonio finito, le accuse poco edificanti per stupro di amanti e pornostar. Quindi gli sponsor in fuga e la stampa mondiale che non gli perdonò nulla. Fino ad arrivare all’alcool e all’arresto. «Ad un certo punto – ha ammesso – non sapevo neanche se sarei riuscito a tornare a camminare senza provare dolore». Ma Woods non ha mai mollato. E quando tutti pensavano che la resa fosse imminente è riuscito a rialzarsi. Prima il ritorno al successo nel Tour Championship 1876 giorni dopo l’ultima volta. Quindi il capolavoro al Masters ai danni di Francesco Molinari. Ora la gemma in Giappone. E ora il mondo del golf è nuovamente ai suoi piedi.

La stampa mondiale lo esalta: «Recordman». Dal New York Times al Washington Post, dal The Guardian alla BBC. E i campioni-colleghi del green non hanno più aggettivi per celebrare le sue gesta. Nello Zozo Championship, con una prova dominata dall’inizio alla fine, in un torneo rallentato dal maltempo e dal tifone, Woods con 261 (-19) colpi ha superato la concorrenza di Hideki Matsuyama (idolo di casa), secondo con 264 (-16). Nel torneo con vista Tokyo 2020, che per la prima volta nella storia del PGA Tour s’è giocato in Giappone, Woods ha spazzato via ogni dubbio. Tiger alla prossima Presidents Cup (13-15 dicembre a Melbourne, Australia), nella sfida Usa-Resto del mondo (Europa esclusa), svolgerà il doppio ruolo di giocatore-allenatore. E per la prima volta nella sua storia, il prossimo luglio, prenderà parte ai Giochi di Tokyo per puntare alla medaglia d’oro. Campione anche d’incassi, il successo di Chiba ha fruttato a Woods un premio di 1.755.000 dollari su un montepremi complessivo di 9.750.000. Per un exploit che ha permesso all’americano di sfondare il muro dei 120.000.000 di guadagni sul PGA Tour. Con 15 Major in bacheca sogna di raggiungere il primato di Jack Nicklaus, in testa con 18. Il sogno di Woods è nuovamente realtà. Implacabile e letale sul green, ha messo ancora una volta tutti in fila. Woods infinito.