Giovanni Raicevich: Il Re dei Forti, Lottatore e Patriota

Giovanni Raicevich (Trieste, 10 giugno 1881 – Roma, 1° novembre 1957) è stato uno dei più grandi e influenti lottatori di lotta greco-romana dei primi anni del Novecento, un’epoca d’oro per questo sport, dove le sfide in palestre e teatri infiammavano il pubblico. Conosciuto come “Il Re della Forza” o “L’uomo più forte del mondo”, Raicevich incarnò l’ideale di forza fisica e patriottismo italiano.
Dall’Impero Asburgico ai Titoli Mondiali
Nato a Trieste quando la città faceva ancora parte dell’Impero Austro-Ungarico, Raicevich proveniva da una famiglia di lottatori: i fratelli maggiori, Emilio e Massimo, erano anch’essi campioni di lotta.
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Inizi: Giovanni iniziò la sua carriera nella lotta greco-romana alla Società Ginnastica Triestina, una disciplina che all’epoca era popolarissima. Nonostante una stazza non imponente per i pesi massimi (circa 170-172 cm di altezza per 90-120 kg di peso), la sua robustezza fisica e, in particolare, la sua celebre “difesa a ponte” (che faceva perno sulla forza del collo), lo resero quasi invincibile.
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Ascesa: Dopo aver conquistato il titolo italiano nella categoria medio-massimi nel 1902, l’ascesa di Raicevich fu inarrestabile. Vinse importanti tornei internazionali, tra cui quello di Liegi nel 1905, e si aggiudicò i titoli, sebbene ufficiosi per l’epoca, di Campione del Mondo nel 1907 (battendo il francese Laurent le Beaucairois) e nel 1909 (sconfiggendo l’altro celebre lottatore Paul Pons).
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Carriera Lunga e Duratura: Raicevich difese il suo titolo mondiale fino al ritiro (avvenuto in più fasi) e disputò l’ultimo incontro importante a 47 anni, vincendo contro il boemo Hans Kavan nel 1928.
Il Patriota, il Soldato e l’Attore
La figura di Raicevich andò ben oltre il tappeto di lotta, legandosi a filo doppio con la storia italiana:
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Irredentismo: Essendo triestino e fervente irredentista, combatté la sua lotta per la “Trieste Italiana” sia sul ring che fuori.
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Guerra: Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, si arruolò volontario nell’Esercito Italiano, distinguendosi al fronte sull’Isonzo e sul Piave.
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Cinema: La sua straordinaria fisicità e la sua fama lo portarono a calcare i set cinematografici durante gli anni ’20, recitando in diversi film del genere “Maciste,” interpretando figure di eroi forti, tra cui Il re della foresta.
Dopo aver terminato la sua attività professionistica, si dedicò all’insegnamento, diventando allenatore della nazionale italiana di lotta dal 1932 al 1943. Morì a Roma nel 1957, lasciando l’eredità di un atleta che fu un simbolo di forza, resistenza e profondo attaccamento alla patria.