Come nasce il Judo: dalla tradizione alla filosofia del movimento
Il Judo (柔道, “via della cedevolezza”) è molto più di un’arte marziale: è un sistema educativo, una disciplina sportiva e una filosofia di vita. La sua nascita risale al 1882, quando il maestro Jigoro Kano, giovane studioso giapponese, fonda il Kōdōkan, la prima scuola ufficiale di Judo a Tokyo.
Le radici: dal jujutsu al judo
Kano, nato nel 1860 in una famiglia di samurai, si avvicina al jujutsu, l’antica arte marziale giapponese basata su leve, proiezioni e immobilizzazioni. Tuttavia, ne percepisce i limiti: molte scuole erano troppo violente o obsolete per l’epoca moderna.
Il suo obiettivo? Creare una disciplina che unisse efficacia tecnica, educazione morale e sviluppo personale. Così seleziona e rielabora le tecniche più utili del jujutsu, eliminando quelle pericolose, e le codifica in un sistema nuovo: il Judo.
Il Kōdōkan: la prima scuola di Judo
Nel 1882, Kano apre il Kōdōkan Judo Institute con soli 9 allievi e 12 tatami. Il nome “Kōdōkan” significa “luogo per studiare la via”, e riflette la visione del Judo come percorso di crescita interiore.
Il Judo si basa su due principi fondamentali:
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Seiryoku Zen’yō (miglior uso dell’energia): usare la forza dell’avversario a proprio vantaggio
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Jita Kyōei (mutua prosperità): crescere insieme, nel rispetto reciproco
Da Tokyo al mondo
Il Judo si diffonde rapidamente in Giappone, entrando nelle scuole e nelle accademie militari. Nel XX secolo, grazie agli allievi di Kano, si espande in Europa e negli Stati Uniti.
Nel 1964 diventa disciplina olimpica ai Giochi di Tokyo, segnando il riconoscimento internazionale della sua importanza. Oggi è praticato in oltre 200 paesi, con milioni di judoka di ogni età.
Perché il Judo è speciale
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Non è solo combattimento: è educazione, autocontrollo, rispetto
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Adatto a tutti: bambini, adulti, persone con disabilità
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Forma il carattere: insegna a cadere, rialzarsi e migliorarsi
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Ha valore interdisciplinare: utile in educazione fisica, filosofia, storia e psicologia