Wheelchair Basketball: sport, inclusione e adrenalina

Quando il movimento supera ogni barriera

Il basket in carrozzina non è solo una disciplina sportiva: è un potente simbolo di inclusione, resilienza e spirito di squadra. Nato negli Stati Uniti negli anni ’40 come attività riabilitativa per veterani, oggi è uno sport riconosciuto a livello internazionale, praticato da atleti con disabilità motoria in tutto il mondo.

Cos’è il wheelchair basketball?

È una variante del basket tradizionale, giocata da atleti in carrozzina. Le regole sono simili, ma con alcune modifiche per adattarsi alle esigenze motorie:

  • Squadre da 5 giocatori
  • Campo e canestro regolamentari
  • Carrozzine sportive leggere, agili e progettate per movimenti rapidi
  • Regola dei 2 tocchi: il giocatore può spingere le ruote al massimo due volte prima di palleggiare, passare o tirare

Ogni atleta ha un punteggio funzionale (da 1.0 a 4.5) in base al livello di mobilità, e le squadre devono rispettare un tetto massimo di punteggio in campo, per garantire equilibrio e inclusione.

Benefici fisici e psicologici

Wheelchair basketball è uno sport completo, che allena:

  • Resistenza e forza muscolare
  • Coordinazione e rapidità
  • Capacità tattica e strategica
  • Autostima e spirito di gruppo

Per molti atleti, è anche un’occasione di riscatto, di socializzazione e di espressione personale. Il campo diventa uno spazio dove la disabilità non è un limite, ma una condizione da cui partire.

🌍 In Italia e nel mondo

In Italia, il basket in carrozzina è gestito dalla Federazione Italiana Pallacanestro in Carrozzina (FIPIC). Esistono campionati nazionali, squadre giovanili e progetti scolastici. A livello internazionale, è uno sport paralimpico dal 1960, con tornei emozionanti e atleti di altissimo livello.

Conclusione: sport per tutti, davvero

Il basket in carrozzina dimostra che lo sport può essere accessibile, competitivo e coinvolgente per tutti. È una lezione di vita, di rispetto e di energia. Che tu sia insegnante, genitore, blogger o atleta, vale la pena conoscerlo, raccontarlo e… magari provarlo.