Naomi Osaka è nata il 16 ottobre 1997 a Osaka, in Giappone, da una madre giapponese, Tamaki Osaka, e da un padre haitiano, Leonard François. Ha una sorella maggiore, Mari Osaka, anch’essa tennista professionista. Naomi ha iniziato a giocare a tennis a tre anni, seguendo le orme della sua idol, Serena Williams. A otto anni si è trasferita con la sua famiglia negli Stati Uniti, dove si è allenata in diversi centri e accademie. Naomi Osaka ha la doppia cittadinanza giapponese e statunitense, ma ha scelto di rappresentare il Giappone nelle competizioni internazionali. Naomi Osaka parla fluentemente l’inglese e il giapponese, e ha dichiarato di sentirsi una “cittadina del mondo”. Naomi Osaka è anche una attivista per i diritti umani e si è schierata contro il razzismo, la violenza e le discriminazioni.

Carriera

Naomi ha avuto una carriera brillante, che la ha vista vincere quattro titoli del Grande Slam, due Australian Open (2019, 2021) e due US Open (2018, 2020), e raggiungere la prima posizione del ranking mondiale nel 2019. Naomi Osaka ha gareggiato in quattro edizioni consecutive dei Giochi olimpici, dal 2016 al 2020, e ha vinto la medaglia d’oro nel singolare femminile a Tokyo 2020, diventando la prima tennista giapponese a vincere l’oro olimpico. Naomi Osaka ha stabilito anche diversi record e primati, tra cui essere la prima tennista asiatica a vincere un titolo del Grande Slam, la prima tennista a vincere i suoi primi quattro titoli del Grande Slam, e la tennista con il maggior guadagno annuale nella storia. Naomi Osaka ha ricevuto numerosi riconoscimenti e premi per la sua carriera, tra cui il titolo di atleta dell’anno della Associated Press, il titolo di sportiva dell’anno di Sports Illustrated, il Laureus World Sports Award e il Time 100.

Sport

Si è dedicata principalmente alla disciplina del tennis, in cui ha dimostrato di avere uno stile di gioco aggressivo, potente e vario. Naomi Osaka ha un servizio devastante, che le consente di ottenere molti ace e vincenti, e un dritto fulminante, che le consente di dominare gli scambi da fondo campo. Naomi Osaka ha anche un rovescio solido, sia a due che a una mano, e una buona capacità di rete, che le consente di chiudere i punti con la volée. Naomi Osaka ha una grande intelligenza tattica, che le consente di adattarsi alle diverse superfici e alle diverse avversarie. Naomi Osaka ha anche una grande forza mentale, che le consente di affrontare le situazioni difficili e di ribaltare i risultati sfavorevoli.

Curiosità

Naomi Osaka è una personalità simpatica e interessante, che ha avuto anche esperienze al di fuori del tennis. Alcune delle curiosità su Naomi Osaka sono:

  • Ha una grande passione per i manga e gli anime, i fumetti e i cartoni animati giapponesi, che legge e guarda fin da bambina. Naomi Osaka ha anche collaborato con alcune case editrici e produttori di manga e anime, come Shueisha e Netflix, per creare e promuovere delle opere ispirate alla sua vita e alla sua carriera. Naomi Osaka ha anche disegnato il logo della sua linea di abbigliamento sportivo, in stile manga.
  • Nutre una grande ammirazione per Serena Williams, la tennista statunitense che è stata la sua idol e la sua rivale. Naomi Osaka ha incontrato Serena Williams per la prima volta nel 2014, quando le chiese un autografo, e l’ha affrontata per la prima volta nel 2018, quando la sconfisse in finale agli US Open, in una partita controversa e drammatica. Naomi Osaka ha sempre espresso il suo rispetto e la sua gratitudine per Serena Williams, e ha detto di aver imparato molto da lei, sia come tennista che come persona.
  • Possiede una grande sensibilità sociale e si è impegnata in diverse cause umanitarie e solidali.
  • Ha donato parte dei suoi guadagni e dei suoi premi a diverse organizzazioni e iniziative, come l’UNICEF, il World Food Programme, il Black Lives Matter e il fondo per le vittime del terremoto e dello tsunami in Giappone nel 2011. Naomi Osaka ha anche usato la sua visibilità e la sua voce per sensibilizzare e protestare contro il razzismo, la violenza e le discriminazioni, indossando delle mascherine con i nomi di alcune vittime di brutalità poliziesi negli Stati Uniti.