Razzismo in campo: Acerbi e Jesus, le due versioni a confronto

19 Marzo 2024 – La polemica sull’insulto razziale che Francesco Acerbi avrebbe rivolto a Juan Jesus durante Inter-Napoli infiamma il mondo del calcio. Le due versioni dei protagonisti, diametralmente opposte, alimentano il dibattito e le tensioni.

Cosa è successo?

Al 59′ di Inter-Napoli, le telecamere captano un acceso diverbio tra i due giocatori. Juan Jesus accusa Acerbi di avergli rivolto un insulto razziale (“negro”), mostrando le immagini al labiale come prova. La partita viene interrotta per alcuni minuti, con l’arbitro La Penna che ammonisce entrambi i giocatori.

Le due versioni

A fine partita, le prime dichiarazioni dei due calciatori appaiono concilianti. Juan Jesus minimizza l’accaduto, parlando di “cose che succedono in campo”. Acerbi ammette di aver sbagliato e chiede scusa al compagno.

Tuttavia, il giorno dopo, la situazione cambia radicalmente. Su Instagram, Juan Jesus pubblica un post in cui accusa Acerbi di aver ritrattato le sue scuse e di aver negato l’insulto razziale. Il difensore del Napoli riporta la frase che, a suo dire, Acerbi gli avrebbe rivolto: “Vai via nero, sei solo un negro“.

Le reazioni

Le parole di Juan Jesus scatenano l’indignazione del mondo del calcio e non solo. La Lega Serie A condanna fermamente ogni forma di razzismo, mentre il Napoli annuncia l’intenzione di tutelare il proprio giocatore. L’Inter, da parte sua, si dissocia da qualsiasi comportamento discriminatorio.

Cosa succederà ora?

La Procura Federale ha aperto un’inchiesta per accertare i fatti. Le immagini e le testimonianze dei presenti saranno esaminate per ricostruire l’accaduto e stabilire eventuali sanzioni.

Un caso emblematico

La vicenda Acerbi-Jesus rappresenta un caso emblematico della piaga del razzismo nel calcio. Un problema che richiede un impegno serio e costante da parte di tutti gli attori coinvolti, dalle istituzioni sportive ai tifosi.

La sfida per il futuro

L’obiettivo è creare un ambiente sportivo inclusivo e sicuro, dove ogni atleta possa giocare serenamente senza essere discriminato. Solo attraverso l’educazione, la sensibilizzazione e il rispetto reciproco si potrà estirpare questo fenomeno odioso dal mondo del calcio e dalla società in generale.