Oscar Pistorius: ascesa e caduta di un’icona dello sport
Oscar Pistorius, nato a Pretoria, in Sudafrica, il 22 novembre 1986, è un ex atleta paralimpico sudafricano, noto per aver partecipato sia ai Giochi Paralimpici che ai Giochi Olimpici. La sua storia, però, è anche segnata da una controversa vicenda giudiziaria che ne ha compromesso la carriera e l’immagine pubblica.
Gli inizi e i successi sportivi
Pistorius è nato con una malformazione congenita che ha reso necessaria l’amputazione di entrambi i piedi quando aveva 11 mesi. Nonostante ciò, ha praticato diversi sport, tra cui il rugby e il tennis. La sua passione per l’atletica leggera è nata nel 2003 e, grazie all’utilizzo di protesi in fibra di carbonio, chiamate “Cheetah“, è diventato uno dei velocisti più veloci al mondo. Il 17 marzo 2007, Oscar Pistorius infrange ogni record mondiale per disabili nei 400 metri durante i Campionati sudafricani di atletica leggera a Durban. La sua carriera è costellata di successi paralimpici, con ben 6 medaglie d’oro, 1 d’argento e 1 di bronzo.
La sua fama cresce a dismisura, tanto da guadagnarsi il soprannome di “Blade Runner” e le copertine dei principali giornali internazionali. Nel 2012, Pistorius raggiunge l’apice della sua carriera, ottenendo il diritto di competere con atleti normodotati alle Olimpiadi. Ha fatto storia diventando il primo atleta con doppia amputazione a partecipare ai Giochi Olimpici, gareggiando nei 400 metri piani e nella staffetta 4×400 metri. Tuttavia, l’utilizzo delle sue protesi in fibra di carbonio, appositamente progettate da un ingegnere, suscita dubbi e controversie. C’è chi sospetta che queste protesi gli conferiscano un vantaggio ingiusto rispetto agli altri concorrenti. L’Associazione internazionale delle federazioni di atletica leggera (IAAF) lo mette sotto inchiesta, ma Pistorius riesce a dimostrare la sua innocenza.
La tragedia e il processo
La notte di San Valentino del 2013, Pistorius ha ucciso la sua fidanzata, Reeva Steenkamp, nella sua casa di Pretoria. L’atleta ha dichiarato di averla scambiata per un’intrusa, ma la versione non ha convinto gli inquirenti. Oscar Pistorius viene immediatamente arrestato. La balistica avrebbe poi rivelato la dinamica precisa dell’accaduto. Quattro colpi di pistola calibro 9 sono stati esplosi. Il primo proiettile ha raggiunto Reeva Steenkamp al femore, frantumandole l’anca. Il secondo colpo, di rimbalzo, l’ha ferita alla schiena mentre cercava di proteggersi la testa con le mani. Il terzo proiettile le ha trapassato una mano, mentre il quarto l’ha colpita mortalmente alla testa, devastandole il cervello, per poi conficcarsi in una piastrella del bagno.
Dopo un lungo processo, nel 2014 è stato condannato per omicidio colposo e, in seguito, la sentenza è stata trasformata in omicidio volontario. Nel 2016, è stato condannato a 13 anni e 5 mesi di reclusione.
L’eredità di Pistorius
La storia di Oscar Pistorius è complessa e controversa. Da un lato, è stato un esempio di resilienza e di talento sportivo, capace di superare i propri limiti fisici e di competere ad alti livelli. Dall’altro lato, la sua condotta violenta e le sue azioni hanno distrutto la sua reputazione e hanno avuto conseguenze tragiche.
La vicenda di Pistorius ha sollevato importanti questioni sul rapporto tra sport e disabilità, sulla violenza di genere e sulla giustizia penale. La sua storia rimane un monito sulle responsabilità individuali e sulle conseguenze delle proprie azioni.