La SSC Napoli: le origini e la storia di una delle squadre più amate d’Italia

La SSC Napoli, nota anche come Napoli, è una delle squadre di calcio più popolari e titolate d’Italia, con tre scudetti, sei Coppe Italia, due Supercoppe italiane e una Coppa UEFA nel suo palmarès. Ma come nasce e si sviluppa questa società calcistica, che ha fatto innamorare milioni di tifosi e ha regalato emozioni indimenticabili?

La nascita della SSC Napoli risale al 1926, quando Giorgio Ascarelli, un industriale ebreo, acquista il titolo sportivo del Foot-Ball Club Internazionale-Naples, una squadra fondata nel 1922 dalla fusione di altre due società: l’Internazionale Napoli e il Naples Foot-Ball & Cricket Club. Ascarelli cambia il nome della squadra in Associazione Calcio Napoli, i colori sociali in azzurro e bianco, e la sede in via Chiatamone. Il primo presidente della nuova società è Giovanni Maresca, mentre il primo allenatore è William Garbutt, un inglese che aveva già vinto tre scudetti con il Genoa.

Il Napoli inizia a giocare nel campionato di Prima Divisione, l’attuale Serie A, e ottiene subito dei buoni risultati, sfiorando la promozione in Divisione Nazionale nel 1927 e nel 1928. Nel 1929, il Napoli viene ammesso alla nuova Serie A a girone unico, e si stabilisce come una delle squadre più forti del Sud Italia, insieme al Bari e al Palermo. Tra i primi giocatori di rilievo del Napoli ci sono Antonio Vojak, un attaccante jugoslavo che segnerà 103 gol in 160 partite, e Attila Sallustro, un paraguaiano naturalizzato italiano che sarà il primo capitano e il primo idolo della squadra.

Nel 1936, il Napoli conquista il suo primo trofeo: la Coppa CONI, una competizione organizzata dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano per sostituire il campionato, sospeso per la guerra d’Etiopia. Il Napoli batte in finale il Torino per 3-1, con una doppietta di Vojak e un gol di Giovanni Ferrari, un campione che aveva già vinto quattro scudetti con la Juventus. Il Napoli si conferma come una delle squadre più competitive del campionato, arrivando secondo nel 1934 e nel 1938, e terzo nel 1937 e nel 1942.

Nel 1943, il Napoli vince la sua prima Coppa Italia, battendo in finale il Venezia per 3-1, con una doppietta di Amedeo Amadei e un gol di Gino Colaussi, entrambi campioni del mondo con l’Italia nel 1938. Il Napoli si aggiudica anche la Coppa dell’Amicizia Italo-Germanica, un torneo amichevole tra squadre italiane e tedesche, organizzato durante l’occupazione nazista. Il Napoli batte in finale il Bayern Monaco per 3-2, con una tripletta di Amadei.

Nel 1945, il Napoli cambia il suo nome in Società Sportiva Calcio Napoli, per adeguarsi alla riforma voluta dal regime fascista, che imponeva alle società sportive di avere una sola sezione. Il Napoli riprende a giocare nel campionato misto Centro-Sud, che sostituiva la Serie A, interrotta per la guerra. Il Napoli si classifica quarto nel 1946 e terzo nel 1947, ma poi entra in una fase di crisi, che lo porta a retrocedere in Serie B nel 1948.

Il Napoli torna in Serie A nel 1950, grazie alla vittoria del campionato cadetto, e inizia una nuova stagione di successi, guidato da allenatori come Eraldo Monzeglio, Bruno Pesaola e Nereo Rocco, e da giocatori come Giuseppe Chiappella, Luigi De Simone, Hasse Jeppson, Giampiero Boniperti, Josè Altafini e Omar Sivori. Il Napoli si piazza secondo nel 1952 e nel 1957, e vince la sua seconda Coppa Italia nel 1962, battendo in finale la Spal per 2-1, con i gol di Altafini e Sivori.

Nel 1964, il Napoli continua a essere una delle squadre più forti del campionato, arrivando terzo nel 1966 e nel 1968, e vincendo la Coppa delle Alpi nel 1966, un torneo internazionale tra squadre italiane e svizzere, e la Coppa di Lega Italo-Inglese nel 1976, una competizione tra le vincitrici delle coppe nazionali dei due paesi.

Il Napoli vive un periodo di alti e bassi, alternando piazzamenti di vertice a retrocessioni in Serie B, nel 1980 e nel 1983. Nel 1984, il Napoli torna in Serie A e inizia la sua epoca d’oro, grazie all’arrivo di Diego Armando Maradona, il più grande calciatore della storia del Napoli e del calcio mondiale.

Con Maradona, il Napoli vince il suo primo scudetto nel 1987, battendo la Fiorentina per 3-1 all’ultima giornata, con i gol di Careca, Maradona e Ciro Ferrara. Lo stesso anno, il Napoli vince anche la sua terza Coppa Italia, battendo in finale l’Atalanta per 4-0, con una doppietta di Maradona e i gol di Andrea Carnevale e Bruno Giordano. Il Napoli si conferma come la squadra più forte d’Italia e una delle più forti d’Europa, arrivando secondo nel 1988 e nel 1989, e vincendo la sua prima e unica Coppa UEFA nel 1989, battendo in finale lo Stoccarda per 5-4, con i gol di Careca, Maradona, Ferrara e Alemão.

Nel 1990, il Napoli vince il suo secondo scudetto, battendo il Bologna per 3-0 all’ultima giornata, con i gol di Careca, Maradona e Gianfranco Zola. Lo stesso anno, il Napoli vince anche la sua prima e unica Supercoppa italiana, battendo la Juventus per 5-1, con una tripletta di Careca e i gol di Maradona e Ferrara. Il Napoli raggiunge il suo apice, ma anche il suo declino, a causa di problemi economici, sportivi e giudiziari, che coinvolgono la società, l’allenatore e i giocatori, in particolare Maradona, che lascia il Napoli nel 1991, dopo essere stato squalificato per doping.

Il Napoli entra in una fase di crisi, che lo porta a retrocedere in Serie B nel 1998, dopo 32 anni consecutivi in Serie A. Il Napoli torna in Serie A nel 2000, ma retrocede nuovamente in Serie B nel 2001. Nel 2004, il Napoli fallisce e viene dichiarato insolvente, perdendo il suo titolo sportivo e la sua storia. Il Napoli viene rifondato dal produttore cinematografico Aurelio De Laurentiis, che acquista il marchio e lo stemma del Napoli, e fonda la Napoli Soccer, che viene iscritta alla Serie C1.

Il Napoli inizia la sua rinascita, e in tre anni torna in Serie A. Il Napoli si stabilisce come una delle squadre più competitive del campionato, guidato da allenatori come Edy Reja, Walter Mazzarri, Rafael Benítez, Maurizio Sarri e Carlo Ancelotti, e da giocatori come Ezequiel Lavezzi, Marek Hamšík, Edinson Cavani, Gonzalo Higuaín, Dries Mertens, Lorenzo Insigne e Kalidou Koulibaly.

Il Napoli vince la sua quarta Coppa Italia nel 2012, battendo in finale la Juventus per 2-0, con i gol di Cavani e Hamšík. Lo stesso anno, il Napoli vince anche la sua seconda Supercoppa italiana, battendo ancora la Juventus per 4-2 ai rigori, dopo l’1-1 dei tempi regolamentari. Il Napoli si qualifica anche per la Champions League, dove raggiunge gli ottavi di finale nel 2012 e nel 2017, e i gironi nel 2013, nel 2014, nel 2016, nel 2018 e nel 2019.

Nel 2014, il Napoli vince la sua seconda Coppa UEFA, battendo in finale il Dnipro per 3-2, con i gol di Higuaín, Mertens e Insigne. Il Napoli si conferma come una delle squadre più forti d’Europa, arrivando ai quarti di finale nel 2015 e nel 2020, e agli ottavi di finale nel 2016 e nel 2018.

Nel 2018, il Napoli sfiora il suo terzo scudetto, arrivando secondo a un solo punto dalla Juventus, dopo averla battuta per 1-0 allo Stadium con un gol di Koulibaly. Il Napoli ottiene il suo record di punti in Serie A, con 91, e il suo record di vittorie consecutive, con 10. Il Napoli gioca un calcio spettacolare e offensivo, guidato da Maurizio Sarri e da giocatori come Insigne, Mertens, Callejón, Hamšík, Jorginho, Allan, Koulibaly e Albiol.

Nel 2020, il Napoli vince la sua sesta Coppa Italia, battendo in finale la Juventus per 4-2 ai rigori, dopo lo 0-0 dei tempi regolamentari. Il Napoli dedica la vittoria a Diego Armando Maradona, scomparso il 25 novembre 2020, a cui il Napoli e i suoi tifosi tributano un commovente omaggio, cambiando il nome dello stadio da San Paolo a Diego Armando Maradona.

Nel 2023 il Napoli è riuscito a vincere il suo terzo scudetto dopo 33 anni, sotto la guida del mister Spalletti.

La SSC Napoli è una delle squadre più amate d’Italia, per la sua storia, i suoi campioni, il suo gioco e i suoi tifosi. Il Napoli rappresenta non solo una società calcistica, ma anche una città, una cultura, una passione e un’identità. Il Napoli è una squadra che fa sognare, che fa emozionare, che fa innamorare.